Invisibili, a chi va di Chattare un po'?

Racconti di Crystal

HALLOWEEN


Crystal non faceva altro che andare avanti e indietro facendo movimenti bruschi e a scatti, erano in ritardo. Posò per terra la sua borsa e si mise seduta ad aspettare. Per festeggiare Halloween avevano deciso di passare la notte nel bosco, di raccontarsi storie di fantasmi intorno al fuoco, passare la notte in tenda e stare tutti insieme, approfittando dell'arrivo di Douglas e di Magica da Doom Rock, per loro fortuna il colleggio sarebbe rimasto chiuso una settimana. Ma ora Crystal si ritrovava da sola a casa, non ne poteva più di aspettare l'arrivo degli amici, avevano più di un'ora di ritardo e voleva riabbracciarli e ucciderli allo stesso tempo. Zia Hettie entrò in casa "Scusa Crystal, il treno ha avuto un pò di ritardo e abbiamo trovato parecchio traffico" Crystal la guardò comprensiva "Non si preoccupi signora Halloway, ma ora dove sono?" "Crystal! E' più di un anno che vivi qui! Non chiamarmi signora Halloway, chiamami zia o semplicemente Hettie! Comunque sono in macchina con Ken, ti stanno aspettando".
Crystal raccolse il borsone e se lo mise in spalla, si avvicino a Hettie e le diede un baco sulla guancia "Grazie sign...zia", aprì la porta e corse verso la macchina, pioveva a dirotto, si sedette sul sedile posteriore facendosi spazio la prima cosa che vide furono i capelli di Magica che spuntavano sotto il braccio di Peter "Si è addormentata, il viaggio l'ha stremata, ma siete sicuri di voler passare la notte nel bosco, Magica potrebbe avere paura" disse Peter a bassa voce "Parlia per te, sei prorpio un fitone! Oh, ciao Crys! Come stai!" rispose Mag di tutto punto, "Ciao Mag! Credevo stessi dormendo! Io bene e tu? Ma dov'è Douglas?" Crystal si guardo in torno finchè non lo incontrò con lo sguardo, era accovacciato sul sedile accanto a quello di zio Ken e dormiva beatamente.
Raggiunsero il bosco in breve tempo, la pioggia era cessata, il terreno fortunatamente era asciutto, salutarono lo zio e si adentrarono nella boscaglia.
"Crys.. ma tu da dove sei sbucata fuori? Non ti avevo vista" disse Doug guardando l'amica "Ero in macchina con te ma tu dormivi beatamente!" Douglas la guardò spalancando le braccia "Abbiamo saltato la parte dei saluti!" Crystal si avvicinò e lo strinse forte a se e gli diede un timido bacio sulle labbra "Ma che carini!!! Non sono una bella coppia?" disse Magica assistendo alla scena. Camminarono per un altro pò finchè non giunsero nel punto perfetto per accamparsi, tirarono fuori le tende e i cuscini, bastoncini e marshmellow e acceserò un bel fuoco. Stavano per iniziare a raccontarsi storie terrificanti "Ehi, posso iniziare io? Ho una storia davvero tretificante!!" disse Mag, gli altri annuirono silenziosamente, ma quella storia non iniziò mai. Sentirono dei rumori provenire da alcuni cespugli, sentivano il rumore di passi pesanti, di rami spezzati, e all'improvviso un rauco colpo di tosse. Gli Invisibili presero le torce e illuminarono il bosco intorno a loro, ma nulla. Pensarono di essersi un pò suggestionati dall'atmosfera quando ecco di nuovo quei rumori. Crystal si alzò per andare a controllare, Douglas mangiò nervosamente una merendina e Peter si nascose dietro di Magica "Io ve lo avevo detto, questa storia spaventerà la mia piccola Magica", tutti lo guardarono scocciati. Crystal avanzò verso i cespugli, e ancora e ancora e ancora, ne era sicura, lì dietro si nascondeva qualc'uno. Aumentò la potenza della torcia che teneva in mano, ma ciò che illuminò avrebbe preferito non vederlo, accasciato a terra il corpo di una donna, sanguinava, aveva le lacrime agli occhi e non riusciva a parlare, ansimava. Crystal cercò di tirarla su con l'aiuto di Douglas, Peter e Magica si inoltrarono ancora di più nel bosco per cercare aiuto.
La ragazza aveva preso a sudare freddo e farfugliava qualche cosa di incomprensibile "Lui..no...dov'è, dov'è? Un uomo..aiutatemi!", Crystal cercò di rassicurarla con lo sguardo, avrebbe voluto entrare nelle sua mente, voleva sapere cosa fosse successo ma non poteva permettersi di togliere il casco protettivo, sarebbe potuto essere pericoloso per la sua salute. Non ce ne fu bisogno, un uomo si avvicinò e li sorprese alle spalle, Crystal chiuse gli occhi, quel volto la terrorizzava. Douglas le fece scudo con il suo corpo, era terrorizzato anche lui, ma non per la sua vita, temeva per Crystal. Era dura vederla così indifesa e impaurita. "Chi sei, cosa vuoi da noi? Vai via! Noi siamo gli Invisibili e se ti metterai contro di noi saranno guai per te!" gridò Doug insicuro, l'umo scoppiò in una risata e si avvicino alla ragazza poi si diresse verso Crystal che aveva ancora gli occhi chiusi, il suo coraggio era completamente svanito.

Nel frattempo Magica e Douglas correvano a perdifiato, avevano paura per l'incolumità della donna, loro e dei loro amici. Finalmente raggiunsero la strada, cominciarono a fare segno con le mani e con le braccia a la gente che passava, ma nessuno sembrava prestargli attenzione, Magica si buttò nel bel mezzo di una corsia, un auto quasi la investì, al volante una donna che li accompagnò alla polizia. La corsa in macchina fu lunga, cercavano di chiamare Doug e Crys ma i cellulari risultavano spenti, pensarono che magari non ci fosse campo, anche se sapevano benissimo che lì il telefono prendeva perfettamente. Arrivarono alla centrale della polizia, ringraziarono la donna, che non capendo la situazione aveva ricambiato con un sorriso interrogativo. Magica entrò spalancando le porte e urlando "Aiuto! Aiuto! Vi prego! Nel bosco c'è una donna che sta per morire e i miei amici sono lì! Dovete salvarli! Vi prego", gli agenti li guardarono, ma non credevano ad una sola parola, in fondo era Halloween e già parecchi ragazzini avevano fatto chiamate anonime inscenando tragedie, perchè questi avrebbero duvuto dire la verità? Chi diceva che non era un altro scherzo? Un agente si avvicinò a Magica e la trattenne per le braccia "Ragazzini! Siamo stufi di questi stupidi scherzi! Per voi bambini è Halloween, ma noi qui stiamo lavorando! E ora levatevi dai piedi. Ci hanno già chiamato in molti inscenando omicidi, possedimenti, attacchi alieni e fantasmi. Ora basta!" e con un gesto della mano indicò la porta, Magica fece per replicare ma sapeva che era tutto inutile, guardò Peter con aria sconfitta e insieme uscirono dalla caserma. Si diressero verso la casa degli zii di Douglas, era poco distante di lì, corsero a perdifiato, zia Hettie li vide arrivare da lontano, aprì immediatamente la porta "Che succede? Dove sono gli altri due? Perchè siete tornati così presto" urlò appena si avvicinarono un pò di più per riuscire a sentirla.
I ragazzi ripresero fiato "Nel bosco abbiamo trovato una donna, sta morendo ha una ferita al petto e credo sia molto grave! Dpuglas e rimasto lì con Crystal, abbiamo paura per loro, siamo andati alla polizia ma non credono a noi ragazzini." zia Hettie chiamò più forte che potè Kendred che si mise una giacca e subito prese le chiavi dell'auto, tutti e quattro si diressero verso il bosco, Peter gli fece strada ma una volta arrivati lì ad attenderli c'era solo una chiazza di sangue ancora fresco, il fuoco spento e la tenda strappata.
Si guardarono intorno confusi, girovagarono nei dintorni alla ricerca magari di un messaggio lasciato da Crystal o da Doug.
Magica si fermò di scatto non riuscì a trattenere le lacrime e scoppiò in un pianto isterico cominciò ad urlare "Sono moriti tutti!!! E' tutta colpa mia! E' tutta colpa mia!! Solo mia!" zia Hettie l'abbraccio forte stava per dire qualche cosa, ma vide ciò che poco prima avevano visto gli occhi di Magica, per terra un coltello infilzato in un ciocco di legno bruciacchiato, era sporco di sangue, sangue fresco, che colava sulla terra asciutta.
Peter si avvicinò con sguardò curioso e notò una piccola incisione nel legno, non si capiva bene sopra erano stati fatti diversi tagli e le lettere non si distinguevano più molto bene.
Peter si sforzò di più, sempre di più strizzò gli occhi, pulì gli occhiali, ora veniva da piangere anche a lui, la vista si offuscò, si asciugò le lacrime con la manica e tentò un ultima volta di leggere, ma ogni tentativo fu vano.
Si girò verso di Magica, lei fece per abbracciarlo ma lui la scanzò e andò dritto, aumentando sempre di più il passo, tra alcuni rami spezzati vedeva qualche cosa luccicare, i cellulari di Crystal e Douglas.

Sorrise debolmente, sapeva che i suoi amici avevano lasciato un messaggio da qualche parte, lanciò il telefono di Crystal a Magia e disse "Mag, accendilo e controlla le bozze, i messaggi le immagini e i video, forse c'è un messaggio che ci hanno lasciato, io controllo quello di Doug.", Magica eseguì, perfortuna Crystal non aveva il pin, cominciò da i messaggi, niente, le bozze, ninte, le foto, niente, i video, bingo. Magica chiamò l'attenzione a se e fece partire il video. La ripresa era tremolante, si vedeva Douglas di spalle e davanti a lui un uomo, la videocamera cambia inquadratura, ora si vede una donna distesa a terra, si sente la voce di Crystal bisbigliare qualche cosa, ora l'uomo si stà avvicinando, il telefono riprende il volto impallidito di Crystal, gli occhi serrati, la bocca che si muove appena. Douglas parla, l'uomo afferra Crystal e le sferra un colpo con il coltello sulla spalla, un urlo, Douglas si china a soccorrere l'amica, la ragazza in secondo piano si alza barcollante stringendo un qualcosa di appuntito, si avvicina verso l'uomo ma lui la precede e le sferra diversi colpi a braccia e gambe, infine uno nel mezzo della schiena, cade a terra immobile, sembra morta. Si sente Crystal urlare poi Dpuglas, la ripresa è finita e lo schermo diventa nero.
Magica rimane paralizzata dalla paura, se prima lo sospettava ora ne è certa, sono morti, sono tutti morti, e sa che moriranno anche loro se rimarranno un secondo di più lì.
Peter accenna un sorriso, si avvicina a gli zii di Douglas, fa avvicinare Magica e dice "C'è ancora una speranza, non sono morti, tra le bozze dei messaggi di Doug c'era questo, dice così "Peter, so che troverete questo messaggio, abbiamo bisogno di voi, Crystal è ferita, sanguina, la ragazza credo sia morta, l'uomo sembra essersene andato ma so che tornerà e io non posso andarmene e lasciarle qui. Chiudo, sento i suoi passi, non deve vedere il mio cellulare."
La speranza si accese negli occhi dei presenti, Ken si guardò intorno, delle orme, fece senno con il capo di seguirlo e si adentrarono nell'oscurità, camminarono per circa venti minuti, fin quando non si ritrovarono davanti una caverna entrarono esitanti.
Appena miserò piede all'interno della caverna un uomo si avvicinò e fece per colpirli, Magica corse davanti a tutti ed estrasse un piccolo sprai dalla borsetta che portava a tracolla e lo spruzzò negli occhi dell'uomo e approfittò dello stato di confusione per sferrargli un calcio, zio Ken lo  colpì con il coltello e l'uomo cadde a terra.
Corsero verso l'interno della grotta, scheletri ovunque, piccoli altarini, a macchie di sangue; non prometteva affatto bene, ma eccoli davanti a loro Crystal e Douglas. Era tutto finito.
Corsero a liberarli, avevano mani e piedi legati con una sottilissima corda, Crystal era all'interno di un sacco e continuava a uscirle sangue dalla spalla. Il telefono di peter suonò, un messaggio che diceva "Ciao, sono Robert, avevo pensato di passare a farvi un saluto ma mi sono perso, sono sulla strada che da sul bosco: Saddy Road, dove devo andare?", Peter chiamò subito Robert e gli spiegò la situazione, ma era troppo tardi, l'uomo si era ripreso e avanzava verso di loro, erano tutti spacciati.
Peter strinse la mano di Magica che singhiozzava e Douglas prese Crystal in braccio e la strinse forte a sè, zia Hettie e zio Kendred si abbracciarono e si misero davanti ai ragazzi per fare scudo, ma fu tutto inutile. L'uomo si avvicinò sogghignando e li colpì senza pietà, un colpo, due colpi, tre colpi..
Ora erano tutti accasciati a terra, lottavano per la vita, erano sopra una pozza di sangue caldo, Crystal girò lentamente il capo verso Doug e sussurrò "Ti amo", sorrise e poi i suoi occhi si chiuseroL'uomo osservava la scena soddisfatto, sorrise.
Vide la soffernza nei loro occhi che cercavano di rimanere aperti, vedeva occhi chiudersi, occhi lacrimare, occhi implorare, ma non gli importava.
Si mise seduto su una sedia in legno e cominciò a canticchiare. Era tranquillo.
Smise di canticchiare improvvisamente, era stato incuriosito da una luce proveniente da fuori e da un brusio di voci, sorrise, prese il suo coltello e uscì dalla grotta.
Ad aspettarlo fuori c'era Robert, Robert Kershaw, due macchine della polizia e tre ambulanze. L'uomo accettò la sua sconfitta e con sorriso maligno allungò i polsi per farsi mettere la manette. All'improvviso scoppiò in una risata che raggelò il sangue dei presenti.
Robert, i poliziotti e gli infermieri entrarono nella grotta, videro quella scena. Persone morte ovunque. Sangue ovunque.
Robert raggiunse gli Invisibili e gli zii di Doug, respiravano ancora tutti, tutti tranne Crystal.
Vennero caricati Peter, Crystal e la ragazza sulle ambulanze, erano i più gravi. Arrivarono quasi immediatamente altre ambulanze, caricarono Douglas, Magica, Hettie e Kendred.
La polizia perlustrò la grotta scoprendo altre persone ferite, immobilizzate e sanguinanti.
Passarono quattro giorni. Erano tutti in ospedale, tutti si erano ripresi, anche la ragazza, ma Crystal era stata difficile da salvare, un operazione impossibile, aveva varie emorraggie interne, traumi cerebrali, comtusioni e varie ferite tra cui una appena sotto il cuore. Ma i medici erano stati bravi, si erano accorti che respirava ancora, i battiti erano molto rallentati, ma c'erano ancora.
Magica entrò nella stanza di Peter e Douglas, ci trovò anche Crystal, sospirò e disse "Questo Halloween non lo scorterò mai, non solo per quello che ci è accaduto, ma anche perchè sarà l'ultimo passato con i miei amici", tutti si scambiarono sguardi comprensivi, sapevano che ciò che diceva Magica era vero, prorpio l'ultimo, non volevano che Magica ritornasse in Italia. L'abbracciarono.
"Ehi, non avevi detto che avevi una storia terrificante da raccontarci?" esordì Douglas rivolto a Magica cambiando bruscamentte discrso, "Già." "Dai, sono prorpio curiosa!" disse Crystal, tutti fissarono Magica ansiosi di ascoltare la storia allora lei cominciò "Allora, dovete sapere che questa storia non è una stroria come tutte le altre..."
FINE










COMPLEANNO MAGICA





14 Novembre.
La pioggia cadeva lentamente, il tempo sembrava non scorrere mai, Crystal e Magica erano a casa di zio Ken, Magica e Douglas si erano concessi una vacanza da scuola per festeggiare il compleanno di Mag in compagnia.
Crystal era pensierosa, da poco aveva levato il suo casco protettivo ideato da Claremont, si sentiva più libera ora, anche se la testa le faceva male.
Erano sedute tutte e due su un divanetto, aspettavano che la pioggia cessasse, Crystal aveva promesso a Magica una giornata di Shopping, ma il tempo lo impediva.  Stava spiovendo.
Crystal raggiunse la sua camera e prese una borsetta vuota, la riempì in un attimo, un pacchetto di fazzoletti, il portafoglio, il cellulare, le chiavi…
Cercò Henrietta, la trovò in cucina intenta a preparare la cena, Crystal le si avvicinò, le disse che andavano a fare un po’ di compere e che per qualsiasi cosa le poteva contattare al cellulare, poi le diede un bacio sulla guancia, Mag si fece avanti, abbraccio la corpulenta donna e la bacio anche lei, zia Hettie le guardò e fece le sue solite raccomandazioni. Era la prima volta che le ragazze uscivano sole, di solito erano accompagnate da Kendred o dai ragazzi, ma avevano detto che volevano avere un po’ di relax, stare sole, comprare qualche vestito per la festa di Mag senza i maschietti.
Camminarono per una ventina di minuti, non si rivolsero la parola, erano tutte e due immerse nei loro pensieri , arrivarono a destinazione, era un negozio minuscolo colorato con colori sgargianti si chiamava “Sweety House”,  vendeva molti vestiti carini, magliette, pantaloni, gonne, accessori, un po’ di tutto a buon prezzo.  Magica non faceva shopping da un pezzo insieme con un’amica, forse non lo aveva mai fatto. Entrarono, la piccola stanzetta era vuota, c’erano solo la cassa e i camerini, Mag era confusa, perché non c’erano vestiti, che razza di posto era? Un buffo ometto vestito con colori improbabili salutò Crys, “Ciao capelli rossi!”, “Ciao Bob” ricambiò lei, poi Crystal chiamò Mag le andò in contro ed entrò con lei in uno dei camerini, si chiedeva cosa cavolo avesse in mente Crys, poi notò che non era un camerino, quella porta dava su delle scale a chiocciola molto strette, salirono fi sopra dove c’era una sala immensa, piena zeppa di scaffali, pieni zeppi di vestiti bellissimi, i muri erano decorati con fiocchi enormi e caramelle e leccalecca giganti, il pavimento era di moquette verde, sembrava un prato, il soffitto era azzurro chiari con sfumature bianche, il cielo, non aveva mai visto un negozio così strano e carino allo stesso tempo.
Era rimasta lì impalata sulla porta, non riusciva a chiudere la bocca, era concentrata su una parete dove c’erano gli specchi, ma non erano ad altezza d’uomo erano sospesi in aria, la gente per guardarsi doveva saltare su una rete colorata di forma rotonda, “Mag, ci sei?" Lo so che il posto è un po’ strano però.. Mag? Mag? Yu huuu, ci sei??” Magica si voltò all’improvviso e vide Crystal che faceva strane facce mosse con le mani, sorrise. “Vieni, proviamoci qualche vestito, sono davvero belli e costavo pochissimo”, Crys prese una decina di vestiti e li buttò addosso all’amica “Dai, cosa aspetti, provali, io sono nell’altro camerino”, prese un’altra decina di vestiti, questa volta per se.
Uscirono insieme, Crystal aveva addosso un vestito blu notte che arrivava alle ginocchia, aveva la gonna a balze e lo scollo a cuore ed era interamente ricoperto da migliaia di piccole stelline, Magica indossava un vestito completamente rosa pieno di sbrilluccichi, cortissimo con un fiocco fucsia sulla scollatura, Mag fece il broncio “Davvero? Mi stai prendendo in giro, secondo te dovrei andare in giro così?” Crys scoppiò a ridere, “Io penso di comprarlo questo che indosso, mi piace davvero molto e costa solo 10 dollari!”, Mag annui e corse a cambiarsi, Crys uscì dal camerino con un vestito verde con le bretelline spesse con la schiena in pizzo, “8 dollari” esultò, si guardò intorno, di Mag nessuna traccia entrò nel camerino, stava provando un vestito azzurro molto pomposo con fiocchettini, pizzo, drappeggi, tulle e pagliette, scoppiò di nuovo a ridere “Io non esco” affermo Mag con tono sicuro, “Mi hai preso solo vestiti ridicoli!”, Crys corse nella corsia dei vestiti e ne prese altri, “Tieni, prova questi”, Mag chiuse la tendina del camerino e provò altri vestiti, uno nero, uno grigio, uno azzurro chiaro, uno viola e così via.
Uscirono dal negozio, piene di buste, avevano comprato una ventina di vestiti, tre paia di scarpe a testa e vari accessori e avevano pagato poco più di 200 dollari.
Tornarono verso casa, quella volte le parole non mancarono, chiacchierarono tutto il tempo, fino ad arrivare davanti alla vi di casa, l’imboccarono e camminarono vicino le case. All’improvviso Crystal si fermò, stavano girando in tondo,  camminavano sempre davanti a quelle quattro case, fecero più attenzione e raggiunsero casa, era diversa, sembrava abbandonata da anni, disabitata, emanava un leggero odore mi muffa, si scambiarono un occhiata, erano confusa. Decisero allora di andare poche case più aventi, a casa di Peter, dove i ragazzi stavano sicuramente giocando ai videogiochi. Anche quest’ultima casa era disabitata, maleodorante, dall’interno non veniva nessun rumore, nessuna luce accesa. All’improvviso qualche cosa uscì dalla finestra spaccando il vetro era “Spooky!” , il micio le raggiunse e si strusciò su di loro facendo le fusa, le ragazze si chinarono ad accarezzarlo e quando rialzarono lo sguardo videro che tutto era come prima, si sentivano urla provenire dalla casa di Peter, Crystal e Magica raggiunsero l’entrata, in quel momento uscì Peter sbuffando, ritrovandosi  davanti le facce sconvolte delle amiche, le guardò distratto e disse “Ciao Mag, ciao Crys, appena tornate dallo shopping?”, le ragazze annuirono rimanendo in silenzio, arrivò Douglas, Peter prese le amiche sotto braccio e le portò davanti a Doug “Vedi? Sono vive e vegete,  non sono in pericolo! E mi hai pure fatto preoccupare!” Doug, lo guardò facendo il broncio,  le due amiche erano sempre più confuse, si dileguarono nel bel mezzo di una lite insensata, perché dovrebbero essere in pericolo? Raggiunsero la casa degli zii di Douglas, Hettie e Ken, anche lì ora era tutto come prima, aprirono la porta con il mazzo di chiavi nella borsa di Crystal, entrarono e andarono a posare i vestiti in camera di Crystal, si sedettero sul letto, zia Hettie aveva preparato un lettino attaccato a quello di Crystal per Magica, levarono i vestiti e gli accessori dalle buste e li misero in ordine, quante cose avevano comprato con soli 211 dollari! “Allora Mag, cosa pensi di indossare dopodomani? Io metterò questo” disse Crystal indicando un vestito dello stesso verde dei suoi occhi, Magica osservò indecisa i suoi vestiti, infine ne indicò uno azzurro chiarissimo “Credo che indosserò questo”, la stanza piombò nel silenzio più assoluto.

“Doug, piantale, è tutto il giorno che fai così!” disse Peter che stava ancora in giardino a litigare con Douglas, “Le hai viste, no? Sono vive, stanno bene! Mi stai facendo andare in paranoia!” Doug fece per ribattere “Con te è tutto inutile, ti dico che sono in pericolo!” poi sostenne lo sguardo dell’amico con aria di sfida “Se non mi vuoi credere sono problemi tuoi”, si girò e se ne andò. Peter rimase solo con l’aria imbronciata, non sopportava più quelle stupide visioni che l’amico diceva di avere, non sa come, ne quando, ma ora non ci credeva più. Le ultime due si erano rivelate solo scherzi, basta, non ci sarebbe più cascato!
Fece dietro front per tornare a casa ma ciò che vide era strano, la sua casa era vecchia, il cielo scuro, l’aria era diventata più fredda,  le macchine sfrecciavano sulla strada e gli sembrava che tutti gli automobilisti lo stessero fissando. Si avvicinò verso la finestra della cucina, era rotta, i vetri giacevano sull’erba non curata, si avvicinò, ma un rumore lo attirò verso la porta, andò per aprirla ma Spooky sbucando da chissà dove gli si aggrappò alla faccia e cominciò a graffiarlo, miagolando e emettendo strani suoni simili a urla. Peter lo prese e lo scagliò violentemente contro un murette “Stupido gatto, non lo sopporto più”, si guardò intorno era tornato tutto come prima, ma di Spooky non c’era traccia. Peter scosse la testa “Fantastico, ora ho anche le allucinazioni!” disse rientrando a casa, ma il suo riflesso allo specchio aveva rivelato che non era stata solo un’allucinazioni, aveva graffi ovunque, ma le ferite non sembravano fresche, sembrava passato del tempo…

Douglas raggiunse le ragazze, aveva deciso di fare a modo suo, sapeva che quello non era uno scherzo e non voleva che succedessero disgrazie. Suonò il campanello, ad aprirgli fu una donna anziana, molto anziana, avrà avuto una novantina di anni, Doug rimase fermo sulla porta, cominciava a percepire uno strano odore di muffa,  non gli avevano detto che c’erano visite. La donna rimase davanti alla porta a bocca aperte, si riusciva a sentire il battito del suo cuore, con il suo corpo sbarrava l’entrata nella villetta, e Douglas ebbe il tempo di guardarla, le sembrava zia Hettie, ma molto più vecchia, la donna all’improvviso ruppe il silenzio “D-Douglas?? S-sei davvero tu??”, Douglas era sempre più confuso, si sentì chiamare alle sue spalle, zio Ken era appena tornato “Ehi Doug, che ci fai lì impalato? Entra! Ti morirai di freddo qui fuori con quella giacchetta leggera!” Douglas si girò, al posto dell’anziana signora c’era la zia, anziana anche lei ma non così tanto, si sentiva un buonissimo odore di “Crostata! Zia ti adoro!”, le diede un bacio sulla guancia ed entrò facendo finta di nulla, raggiunse la camera di Crystal, le due ragazze erano sepolte da vestiti, l’armadio era aperto e completamente vuoto, “Donne” pensò tra se e se.
Non si accorsero subito della sua presenza, erano troppo prese nel fare abbinamenti, lui rimase a guardarle appoggiato alla porta, ma il suo peso la spinse in indietro facendo molto baccano, le due ragazze si girarono di scatto e non riuscirono fare a meno di ridere vedendo Douglas per terra con una matassa di vestiti sopra di lui, che lo avevano travolto proprio come una valanga. “Vi state divertendo vedo!” disse lui scocciato, “Ma, lasciando da parte gli scherzi, devo parlarvi di una cosa seria, molto seria.” Magica lo guardò “Riguarda il mio compleanno? Me lo hai preso un regallo vero? Ti sei ricrondato? Altrimenti io ti ammarzo!” disse facendogli vedere i pugni, Douglas deglutì, sarebbe andato a prenderne uno subito dopo, “Ehm, no, non riguarda il tuo compleanno, non vorrei mettervi ansia, ma ho avuto una visione, questa notte, ho sognato che camminavate per la via dei cimiteri e qualcuno vi aggrediva, era tutto diverso nel mio sogno” Magica e Crystal si scambiarono un occhiata, “Ho paura che siate in pericolo, sul serio, non so cosa sia preso a Peter, lui non vuole credermi, mi si è rivoltato contro!” Magica lo guardò con uno sguardo cattivo “Giuro che se mi porti sfortuna per il mio compleanno ti srivolto io!”, a lei non andava affatto giù il fatto che quello fosse l’ultimo compleanno con i suoi amici e niente e nessuno doveva rovinarlo! Douglas la guardò comprensivo, neanche lui voleva che qualcosa rovinasse il compleanno della sua amica. “Ragazze, potrebbe anche essere stato solo un sogno, come dice Peter, però se vi succede qualche cosa di strano ditemelo!” le ragazze si scambiarono un’altra occhiata, alla fine non dissero nulla.

Nel frattempo a Misty Bay succedevano cose strane, le persone camminavano incerte nei lunghi viali senza riconoscere i posti, le persone, nulla della città, a i loro occhi tutto era così diverso, ma cercavano di non darlo a vedere, si sentivano molti sussulti da parte delle persone una volta arrivate alle loro abitazioni, nessuno riusciva a capire cosa stesse succedendo.

Era sera, era tardi, Douglas si addormentò con la mente sovraffollata di pensieri, incertezze, dubbi. Ora sognava, sentiva una voce, non riusciva a distinguere le parole, vedeva di nuovo quella stradina, stretta e lunga, che portava al cimitero, oltre alla voce si sentiva un forte ansimare e uno scricchiolio, simile a rami calpestati, Douglas si guardò intorno, qualche cosa lo attraversò, si girò in quella direzione, due ragazze si tenevano per mano, una era ferita, sanguinava, aveva dei lunghi capelli neri che si movevano al vento, l’altra cercava di sostenerla, i suoi ricci rossi ondeggiavano nell’aria, non mi hanno visto pensò Doug. Cercò di seguirle, di sapere dove fossero dirette,  di capire da cosa  o da chi scappavano, ma l’unica cosa che scoprì fu quest’ultima, qualcuno si avvicinò a lui, vide un’ombra di un uomo avvicinarsi e d’un tratto… si sveglio, zuppo di sudore.
Alzò lo sguardo, dalla finestra filtravano i raggi della luna, deboli e chiari, si sentivano le macchine passare a tutta velocità, ma il rumore era minimo. Doug andò in bagno e si bagnò il viso e poi lo asciugò con una asciugamano. Fece per tornare in stanza, ma qualcosa lo spinse ad osservare meglio quella piccola asciugamano, era strana, non l’aveva mai vista e se.. “Doug è solo un asciugamano non entrare in paranoia” si disse tra se e se. L’odore di muffa ora si cominciava a percepire di nuovo.

Due stanze più in là Crystal non percepiva più le braccia, le gambe, piangeva, non sapeva il perché, provò ad alzarsi, le sembrò di essere incatenata al letto, girò la testa verso la finestra, non aveva tirato le tende, riusciva a vedere la luna, le stelle e ciò la rilassava, ma, allo stesso tempo, le faceva venire una strana inquietudine. Nella sua mente i pensieri, i sogni degli altri viaggiavano liberi, li lasciava andare, li cacciava, ma non riuscì a fare lo stesso con i pensieri di Douglas, stava pensando a lei. Le vennero alla mente i momenti passati insieme e le parole di una canzone, chiuse gli occhi per non far uscire le lacrime, pensare a loro le faceva venire da piangere, erano sempre lontani, si vedevano poco, lei non lo sopportava,  una lacrima riuscì lo stesso a passare e le rigò il viso, lei strinse più forti le palpebre e in breve si lasciò trasportare dalla stanchezza e dalle note di quella canzone che tanto le piaceva.

Quel mattino, a colazione, nessuno fiatò, di Peter nessuna notizia, non aveva fatto sapere nulla, sembrava avercela davvero con Doug, e per motivi davvero futili, inutili!
“Doug, oggi io e Magica andiamo al centro, ci siamo scordate di comprare alcune cose, se per te non…” Doug la guardò “No Problem. Andate pure, io andrò a vedere che fine ha fatto Peter” Crystal rise vedendo la strana smorfia che aveva assunto la faccia di Doug pronunciando quelle parole, Magica restò impassibile “Se lo trovi digli che se mi rovigna il compleanno sono lattughe sue!”.

Douglas raggiunse casa di Peter mentre le ragazze si preparavano per uscire, continuava a vedere le cose intorno a lui strane, come abbandonate, anzi più che altro distrutte, sembrava che la piccola cittadina fosse stata completamente deserta, una città deserta e pure distrutta, ma all’improvviso tutto tornava come prima, era arrivato, ora aveva altro a cui pensare, vide la madre di Peter nel giardino intenta a raccogliere della frutta da alcuni alberi. La salutò con un semplice gesto della mano, lei ricambiò. Douglas notò che nei suoi occhi c’era un velo di tristezza ma non diede peso alla cosa, si avvicinò alla donna e chiese di Peter, lei si rabbuiò, e gli spiegò che da quando era rientrato a casa il giorno prima non era più uscito dalla sua camera, diceva che tutti erano diventati pazzi e che la cittadina puzzava di muffa e che tanto ormai tutti avevano lasciato le proprie case, Douglas quasi fu sollevato, non si sentiva l’unico pazzo della città, ora sapeva con certezza di avere ragione ma sapeva anche che ora si sarebbero dovuti preoccupare seriamente. Ora si trovava davanti alla camera di Peter, era pronto a parlargli.
Aprì la porta cercando di non fare rumore, Peter non si vedeva, era sotto una specie di tenda creata con le sue mani, fatta di cuscini coperte e cose del genere, era lì dentro, solo, con una torcia nella mano tremolante. Nella stanza regnava il buio e il silenzio, si sentiva solo lo sbattere dei denti di Peter l’uno contro l’altro, la luce non riusciva a penetrare in quella stanza. Douglas raggiunse l’amico che, vedendolo, spalancò gli occhi e e cominciò a delirare. Douglas non se lo aspettava. “Peter, cosa ti prende” urlò forte Douglas, “Noi.. la città… non è più la stessa.” Bisbigliò come risposta Peter facendo più pause. “Lo so, me ne sono accorto, sembra di essere nel passato!” disse Doug, Peter lo guardò con un’espressione misteriosa e disse “Oh, non siamo nel passato, simo nel futuro!” ma l’amico non riusciva a seguirlo, allora Pete gli spiegò ciò che aveva intuito.

Magica e Crystal ora erano di nuovo al negozio, mentre Magica andò nel camerino a provarsi alcuni capi, Crystal, si fermò un po’ a chiacchierare con Bob, il commesso, si conoscevano da una vita, sin da quando era piccola, lui era un amico dei genitori.

Era pomeriggio, avevano pranzato insieme, e ora Peter aveva appena finito di dire a Douglas ciò che aveva scoperto, lui era rimasto esterrefatto.
Quando Douglas se ne era andato, dopo l’esperienza di Peter, quest’ultimo aveva fatto delle piccole ricerche ed era andato un po’ in giro, l’unico posto rimasto uguale nella città era “Sweety Shop”, una volta passato là davanti tutto cambiava, ora vedeva tutto come prima, normale. Aveva anche raccontato a Doug che aveva trovato un foglio lì davanti, ora lo stringeva in mano, era macchiato di caffè ma emanava un leggero odore di muffa,  era scritto con una calligrafia ricercata:
Cara Amelie, so che è dura, ma ora cambierò le nostre sorti, aspettami, tornerò presto.
Questa città non ha fatto altro che causarci danni, il nostro amore è impedito, proprio come in un film, ma ora cambierò tutto, sono nel passato, spero che la lettera ti arrivi ugualmente, qui c’è una persona che potrà aiutarci, con o contro la sua volontà, non mi importa, lo farà e basta. Ha grandi, grandissimi poteri e sono sicuro che riuscirà a farci tornare il sorriso. Il nostro futuro non sarà più ostacolato da quel tipo losco, ma per salvarci dovremmo però sacrificare qualcos’altro, diciassette anime c’è scritto in un antico testo che mi ha trovato un caro amico, ora devo solo convincere diciassette persone a sacrificarsi per il nostro amore, e credo di sapere come riuscirci.  Ma devo affrettarmi, avrò tempo solo fino al 15 novembre alle 22:30, non credo di riuscire a tenere aperto più a lungo questo varco che ci unisce. A presto mia cara amata…            
                                                                                                                                                          Robert Hanson  
Douglas guardò Peter e all’unisono, dopo aver letto almeno un paio di volte la lettera, dissero “Le ragazze, le ragazze sono in pericolo!”
Iniziò una feroce corsa contro il tempo, si trovarono davanti al negozio, arano le 19:00, avevano poco più di tre ore per trovare le ragazze.
Raggiunsero il negozio più in fretta che poterono, ma una mezz’oretta passò incurante delle conseguenze, il negozio aveva le luci accese, erano ancora dentro, magari non era ancora successo nulla oppure..
Aprirono la porta, cercarono di non far rumore, si guardarono in torno, non c’era nessuno. Peter conosceva il negozio, Crystal ce lo aveva portato qualche volta per fargli da fattorino con le varie bustine e borsette. Salirono frettolosamente la scala, sopra non c’era nessuno.
Tornarono in strada, il cielo ora era scuro, faceva più freddo rispetto a poco prima, si sentiva odore di muffa e di qualche cosa andata a male misto con un fortissimo odore di bruciato. Guardarono prima a destra, poi a sinistra, alcuni palazzi, alcune case, ora non c’erano più oppure erano in rovina, Douglas rammentò di colpo il suo strano sogno, “Il cimitero!” urlò all’improvviso, Peter lo guardò e annuì.
Arrivarono presto, in circa venti minuti, ma per loro era troppo tempo, tempo che non potevano assolutamente perdere.
La strada davanti al cimitero era abbastanza corta, ma interminabile per le loro menti,  raggiunsero il cancello del cimitero, lì la puzza si sentiva ancora più forte, non sapevano da che parte andare, non riuscivano a vedere a un palmo del loro naso, all’improvviso sentirono un urlo, una voce familiare, corsero in quella direzione.
Douglas incrociò lo sguardo dell’amica, impaurito e disperso, ma anche pieno di voglia di lottare, corse ad abbracciarla.
Lei le raccontò mentre correvano verso un punto indefinito che, quando arrivarono al negozio non c’erano altre clienti e che Robert (Bob) le aveva offerto dell’acqua rivelatasi piena di sonnifero. Si erano risvegliata in mezzo alle tombe, lui le aveva chiesto di convincere con i suoi poteri psicologici la gente a sacrificarsi, lei non aveva accettato ed era provata a scappare. Magica era rimasta lì, non era riuscita nell’intento, chissà dov’era ora..
Peter era andato a cercarla.
Qualcuno raggiunse Doug, afferrandolo per un braccio e stringendolo il più forte possibili “Ahahahahaah” fu l’unica cosa che riuscì a distinguere delle parole che un uomo stava pronunciando.
Poi l’uomo continuò, parlando in modo più comprensibili disse “Proprio non capisci? Non puoi fare nulla! Sapevo che saresti venuto, sai, anche io, come te, sono una porta, ma i miei poteri li so usare meglio, molto meglio di te! Ma tu mi sarai utile lo stesso, la tua presenza non fa altro che aumentare i miei poteri, ed è anche un incentivo in più per convincere la tua amichetta a collaborare”, Douglas lo guardava schifato. Come poteva approfittarsi così di loro! Inoltre erano solo ragazzini!
“Vabbene, avrai ciò che vuoi” disse qualcuno, Crystal comparì tra la nebbia, “Ma lascia i miei amici, altrimenti non se ne fa nulla”, l’uomo la guardo e ridacchiò e lasciò andare Doug che corse ad abbracciare Crystal e a sussurrarle cose all’orecchio, “Lo sapevo, che scena commovente!” commentò poi l’uomo separandoli, da gli occhi di entrambi uscì una lacrima.

Nel frattempo Peter era riuscito a trovare Magica, era distesa su una toma in pietra, aveva mani e piedi legati e non riusciva a muoversi, la slegò e l’abbracciò più forte che poté, “Perché quando ci vediamo è semprie in situazione di pericolo?” disse lei ricambiando l’abbraccio, lui non rispose.
Si sciolsero dall’abbraccio e si presero per mano, cominciarono a correre, improvvisamente si scontrarono con Douglas che, avendoli visti da lontano, correva verso di loro. Gli spiegò la situazione.
Peter e Doug erano pronti per andare a salvare Crystal e Misty Bay, Magica li fermò “Devo andare io, è solo colpa mia, io le avevo chiesto di tornare nel negozio”, si fece spazio tra di loro e non diede il tempo di ribattere a gli amici che incominciò a correre nonostante la gamba aveva preso a farle male.
Non sapeva dove andare, ne cosa fare, forse era stata stupida, forse aveva fatto la cosa giusta, o magari aveva messo tutti in pericolo. Si fermò a riprendere fiato.
Alzò lo sguardo, li aveva trovati, Crystal era seduta a terra con gli occhi chiusi e l’uomo leggeva ad alta voce il grande libro che aveva stretto in mano. Ora cominciava a distinguere bene le forme, quella specie di nebbia non c’era più. Le case intorno al cimitero si sgretolavano silenziosamente, le sembrava una scena di un film. Approfittò del fatto di vederci bene, si guardò in torno, vide che una lapide non era perfettamente incastrata nel terreno, lesse Guenda Hamykline “Non la conosco, meglio così”, con un tiro secco la tirò via dalla terra e si diresse verso Robert, scagliandogliela,  con più forza che aveva, dritta sulla spina dorsale.
L’uomo cadde a terra dal dolore, le 22:30, nella terra ora c’era solo polvere, lui non c’era più, Crystal aprì un occhio, poi l’altro si alzò e andò a ringraziare l’amica. Si guardarono in torno, tutto era come prima.
Raggiunsero i ragazzi ed andarono a casa. Ora nel cimitero c’era un’altra tomba.
“Magica, sei stata grande!” dissero solo frasi del genere percorrendo la via che li avrebbe ricondotti a casa, “Lo so, lo so. Bhè modestamente, non so prorpio come avreste potuto fare senza di me”.

Ora erano a casa, Magica si ritrovò in una tasca un foglietto, c’era scritto:
Cara Amelie, io ti amo, ma il futuro è un posto orribile. Spero di rivederti e riabbracciarti, poterti baciare ancora, ma qualche cosa mi dice che non sarà così, ho fatto testamento, ho dovuto, se ora sono morto, non ti ricordi di me, questa lettera è inutile, per tanto la lascio qui, ma la scrivo ugualmente, mi fa piacere pensare che potresti leggerla e rivedermi.
Ora vado incontro al mio destino, non mi scorderò mai di te mia dolce amata, spero che per te sia lo stesso..
 Alla piccola stella che illumina i miei pensieri…
                                                                                                                                                                                Robert
Magica si commosse, infondo i due si dovevano amare davvero!

La mattina dopo erano tutti seduti intorno al tavolo, la colazione era ricchissima, cornetti, panini, dolci, frutta, c’era davvero tutto per tutti.
I ragazzi scherzavano insieme e si divertivano.  Erano usciti, avevano passato una bella giornata.
Era pomeriggio, era l’ora di scartare i regali, Crystal le aveva comprato alcuni vestiti, Douglas una borsetta firmata e un braccialetto dell’amicizia, Peter volle darle il suo regalo per ultimo, le aveva regalato una sacca, completamente viola, la aprì dentro c’erano dei biglietti aerei che avrebbe potuto usare appena, una volta in Italia, avesse sentito la loro mancanza.
A Magica quel regalo piacque, ma le fece ricordare che si sarebbero dovuti lascare. Ma avevano ancora tempo per vivere ancora tante avventure insieme.
Gli invisibili si unirono in un abbraccio e tutti dissero “Auguri Magica…


Per ora è tutto :)

Crystal




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